Sclerosi multipla: i farmaci funzionano, parola del neurologo

La sclerosi multipla in Italia non solo viene curata al meglio, ma può vantare l’aiuto di un importante neurologo, il dottore Giancarlo Comi, che ha dedicato la sua carriera alla lotta di questa malattia. Comi dirige la Divisione di neurologia presso l’Ospedale San Raffaele di Milano e si è fatto conoscere per il suo piglio innovatore e controcorrente. A partire dal 2001 ha iniziato la cura della sclerosi multipla, imparando a riconoscere e conoscere i sintomi, lottando anche se molti sostenevano che per questo tipo di malattia ci si dovesse attendere solo il peggio. Comi e il suo team di esperti si è lanciato in diverse sperimentazioni cliniche all’avanguardia, lavorando anche su nuovi farmaci anti-sclerosi. Il loro lavoro è stato riconosciuto anche oltre i confini nostrani, con un intervento del neurologo sulla rivista inglese Lancet, dove si è parlato delle possibili cure che possono essere a oggi offerte ai pazienti.

Nel giro dell’ultimo decennio infatti è stato possibile riuscire a ottenere almeno una quindicina di farmaci che nel 90% dei casi riescono a controllare attivamente la malattia, riuscendo spesso ad eliminare i sintomi. Si parla di anticorpi monoclonali (chiamate anche piccole molecole) che permettono di poter interferire con i globuli bianchi che sono colpevoli di andare ad aggredire la mielina, sostanza che una volta distrutta porta alla malattia.

Cure valide per fronteggiare la sclerosi multipla

Come si può intervenire contro la sclerosi multipla? In primo luogo è bene cercare di agire in fretta, per poi trovare una cura personalizzata che garantisca la scelta di un farmaco adatto alle esigenze e caratteristiche di ogni paziente. Ma è chiaro che non bastano solo ottimi farmaci, poiché per migliorare le condizioni di ogni soggetto è bene poter contare su medici competenti e affidabili.

Il nuovo obiettivo che si è posto Comi è quello di poter esportare il modello italiano anche oltre i nostri confini, andando a creare diverse “multiple sclerosis unit”, in modo da permettere ai pazienti di essere seguiti da team multidisciplinari. Non si lavorerà solo sulla gestione dei farmaci, ma soprattutto sul rapporto con ogni paziente, medico, centro di cura e industria del farmaco. In questo modo di vuole realizzare una fitta rete che permetta di focalizzare sforzi e attenzioni per risolvere i bisogni di ogni paziente. Un esempio importante è quello legato all’uso, per esempio, di ocrelizumab, farmaco sperimentale che, come spiega Comi, permette di controllare le forme più gravi della sclerosi multipla.

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